Cavallermaggiore: una “settimana di abbracci” alla San Giorgio
24 gennaio 2021
Presto il via alle vaccinazioni sugli ospiti che non hanno contratto il virus
Giovedì 21 gennaio è stata la Giornata Internazionale degli Abbracci, quest’anno purtroppo vissuta con un po’ di amarezza, in particolare dagli ospiti delle case di riposo che ancora non possono vedere i propri cari.
Per venire in loro soccorso, diverse rsa del territorio hanno portato all’interno della struttura una “sala degli abbracci”: tramite una membrana trasparente plastificata i parenti hanno potuto di nuovo riabbracciarsi in totale sicurezza.
Una di queste è stata realizzata grazie alla Fondazione Martoglio alla casa di riposo San Giorgio. Ecco, i racconti e le immagini di questa prima “settimana di abbracci” in attesa che sugli ospiti non contagiati dal virus partano le prime vaccinazioni.
Michele Sola, è andato a trovare la sorella Anna, 81 anni: “Una bella sensazione dopo tanto tempo che uno non può avere un contatto, potersi stringere è una bella emozione!”
Flavia Guglielmino ha potuto riabbracciare la mamma, Felicita, di 83 anni: “era appena entrata in casa di riposo, ero scettica, pensavo fosse una cosa fredda, invece mi ha colpito che si sentiva proprio il calore, mi è venuto da piangere e mi si è aperto il cuore. Molto meglio di un vetro. Grazie a chi ha finanziato questo progetto, ci ha fatto un regalo meraviglioso”.
Emilia Tesio, si è emozionata nel poter di nuovo toccare la mamma Caterina, 83enne: “Mamma si è subito adeguata alla novità. E’ stato un momento molto emozionante. Avevo sentito delle perplessità, ma consiglio almeno di provare. C’è proprio l’abbattimento della distanza fisica. Con il vetro non ci si poteva toccare, la sala degli abbracci ti dà la possibilità finalmente di superare questo limite”
Anche Ester Berutti, ha potuto “toccare” le mani di mamma Lucia, 92 anni, dopo tanto tempo: “La cosa migliore è stata potersi stringere le mani. Siamo state mezz’ora con le mani allacciate, la mamma ha pianto tanto, era da marzo che non ci toccavamo, io prima andavo tutti i giorni, due volte al giorno. E’ stato bello, ma molto angoscioso, devo confessare, ma meno male che c’è!”
Per la nipote Altea Guietti, riabbracciare la nonna Maria, 90enne, è stato gesto semplice, ma molto importante: “è stata un’emozione bellissima, nonna si è messa a piangere, per lei un gesto piccolo può valere tantissimo ed è fondamentale. vedersi, tutta un’altra cosa rispetto al vetro”.
Tiziana Lucarelli è tornata alla San Giorgio per poter di nuovo vedere il papà Giulio che ha compiuto 89 anni: “E’ stato un regalo di compleanno, poterlo abbracciare è stato bello ed emozionante, per me e per lui. Ci vedevamo solo dal vetro, ma così è un’altra cosa, c’è bisogno degli abbracci specie per loro che non hanno più contatto con i parenti stretti. Se lo avessero tutte le strutture sarebbe l’ideale”.
Anche Giuseppe Aragno dopo mesi ha potuto riabbracciare la mamma Antonia, 97 anni a luglio: “solo il fatto di poterla abbracciare, accarezzare la guancia, è stato bello, a volte basta tenergli la mano perché si sentano meno soli”.